Rocca di Botte prende il nome da una vecchia rocca che tra l'XI e il XII secolo sovrastava l'intero territorio e la Piana del Cavaliere. Il paese, di cui si parla già nel X secolo perché avrebbe ospitato un monastero benedettino, diede i natali a San Pietro l'Eremita noto anche come “Cavaliere itinerante”.
La sua storia è legata alla posizione strategica tra l'Abruzzo e il Lazio, nel cuore del parco naturale dei Monti Simbruini, ma anche al santo patrono di cui ancora oggi è possibile ammirare la casa natale.
Rocca di Botte, come gli altri paesi del territorio, finì prima sotto la famiglia Montanea, poi passò sotto il controllo degli Orsini e subito dopo dei Colonna. Le varie baronie del territorio alla fine l’abbandonarono e a causa di due importanti eventi, come la peste del 1656 e il terremoto di Avezzano, Rocca di Botte subì un forte crollo demografico. In controtendenza rispetto a tutti i paesi dell’Abruzzo subito dopo il 2000, invece, ha visto crescere la sua popolazione anche per l’arrivo di famiglie da fuori che hanno acquistato casa in paese.
Nel corso degli anni Rocca di Botte ha tenuto a valorizzare il suo patrimonio storico in particolare la chiesa di San Pietro apostolo, dove si conservano ancora il pulpito e il tabernacolo del XII secolo, ma anche quella di San Pietro l'Eremita, patrono del paese. Caratteristico è anche l’antico fontanile che ancora è possibile ammirare.
Legata al nome del santo patrono è il cammino di San Pietro l'Eremita nato negli ultimi anni. Un viaggio interiore sulle tracce del santo che parte dalla Piana del Cavaliere, tocca l'alta Valle dell'Aniene e arriva fino a Trevi del Lazio dove San Pietro morì.
Il paese alle porte dell'Abruzzo che ha dato i natali a San Pietro l'Eremita di cui ancora oggi è possibile ammirare la casa natale.